mercoledì 6 ottobre 2010

Agguato a Belpietro

Un uomo armato di una pistola, non si sa ancora se un’arma giocattolo, è stato sorpreso da un agente della scorta del direttore di ‘Libero’, Maurizio Belpietro. L’uomo è stato notato dall’agente che aveva appena accompagnato all’uscio di casa Belpietro, in un condominio del centro di Milano in via Monti di Pietà, mentre era sulle scale. Secondo quanto ricostruito, l’uomo, di altezza di circa un metro e 80, sui 40 anni, ha puntato l’arma verso l’agente, che é riuscito a ripararsi dietro una colonna del pianerottolo e ha poi sparato due colpi a scopo intimidatorio. Un terzo colpo è stato poi esploso successivamente. L’uomo è riuscito a fuggire anche perché il condomimio ha diverse uscite. Non sono state trovate tracce di sangue sul luogo. segue


IL GIALLO DELLA FUGA


LA CILECCA DEL POLIZIOTTO


VITA DA RECLUSO


Oltre la verità (da accertare), c’è sicuramente un dato di fatto: vivere sotto scorta è oggettivamente terribile e dunque va tutta la mia sincera solidarietà a Maurizio Belpietro. Come a tutti quelli (e quelle) che rischiano la vita per dire quello che pensano. Tuttavia mi sembra che la vicenda stia assumendo un’enfasi esagerata. Non esageriamo, per piacere. Questo poliziotto, Alessandro, che avrebbe sventato l’attentato è raccontato come uno che ha subito chissà quale trauma e se penso ai nostri militari in Afghanistan c’è da indignarsi. Il suo choc appare addirittura esagerato anche rispetto ai suoi colleghi che si ritrovano magari a sventare una rapina. Insomma che è (sarebbe) successo? Un’ombra, un clic e via tre colpi (a vuoto) con il pistolone: troppo poco per farne un eroe. Poi bisogna vedere, appunto, se è vero. Tutti i dubbi sono espressi nei link qui sopra. Certo non dovrebbe essere difficile accertare la verità con tutte quelle telecamarine in zona. Solo i fantasmi non lasciano tracce. La vignetta



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